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L’anfiteatro romano di Catania, di cui è visibile solo una piccola sezione nella parte occidentale della piazza Stesicoro, è una imponente struttura costruita in epoca imperiale romana, probabilmente nel II secolo, ai margini settentrionali della città antica, a ridosso della collina Montevergine che ospitava il nucleo principale dell’abitato. La zona dove sorge, ora parte del centro storico della città, in passato era adibita a necropoli. Esso fa parte del Parco archeologico greco-romano di Catania.

Una leggenda popolare infondata vuole che l’eruzione dell’Etna del 252 lo abbia raggiunto senza però distruggerlo. Tale tradizione si basa sulla vita di Sant’Agata riportata negli Acta Sanctorum del Bollando, dove è riportato che ad un anno esatto dalla morte della santa (251) un fiume di fuoco si diresse alle porte della città, e i villani – preoccupati per le loro campagne – giunsero alla tomba di Sant’Agata per prelevarne il velo mortuario, usandolo per arrestare l’avanzata della lava.

 

 

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Di Nicolò ArenaOpera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

 

Il monastero di San Nicolò l’Arena, (o abbazia cassinese di San Niccolò l’Arena), è un complesso ecclesiastico situato in piazza Dante nel centro storico di Catania, costituito da un importante edificio monastico benedettino e da una monumentale chiesa settecentesca.

Fu fondato da monaci provenienti dall’omonimo monastero situato nei pressi di Nicolosi che a metà del XVI secolo chiesero al senato cittadino l’autorizzazione a edificare entro le mura, poiché minacciati dalle eruzioni dell’Etna e dalla presenza di briganti.

Per la sua allocazione prettamente urbana andrebbe considerato alla stregua di un convento, ma anche di recente resiste la denominazione di “Monastero dei Benedettini”.

Data la superficie occupata, circa 210 x 130 m., è ritenuto per estensione il secondo monastero benedettino più grande d’Europa (secondo solo al Monastero di Mafra in Portogallo).

Il monastero fu dichiarato monumento nazionale con regio decreto del 15 agosto 1869. Nel 2002 viene inserito nell’elenco del patrimonio mondiale dell’UNESCO come “gioiello del tardo-barocco siciliano” facente parte all’itinerario del “tardo-barocco siciliano del Val di Noto” e nel 2008 la Regione Siciliana dichiara di “importante interesse artistico” il progetto guida riguardante la ristrutturazione del complesso dei Benedettini a Catania firmato da Giancarlo De Carlo.

Oggi è sede del DISUM – Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania.

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